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Il VESAK è una Festività Buddista, che viene celebrata ogni anno in occasione del plenilunio di maggio o, a seconda delle tradizioni, in altri giorni ma sempre in maggio, per ricordare la nascita, l'Illuminazione e la morte di Buddha.

A partire dagli inizi del 1900 viene diffusa all’inizio dalla Teosofia e soprattutto da Alice Bailey, l’indicazione di celebrare tale festività come l'incontro non solo con il Buddha, ma anche con il Cristo e tutti i Maestri di quella che la Teosofia chiama Gerarchia Spirituale di Shamballa. Alice Bailey, fondatrice della Scuola Arcana suggerisce anche un rituale da seguire e delle preghiere da recitare e specifica che tale cerimonia va celebrata durante ogni plenilunio del Toro.

Successivamente, la New Age ha adottato questa celebrazione rivolta a tutti i Maestri e Maestre spirituali come suo momento cardine dell’anno, in quanto ben corrisponde alle sue caratteristiche di movimento universale.
Per la New Age il Wesak diviene il momento più importante nell’anno  e nello spirito caratteristico dell'Età dell'Acquario, tale cerimonia diviene pubblica ed aperta a tutti e viene celebrata per lo più in corrispondenza del plenilunio del Toro se quest’ultimo cade in maggio, mentre se si verifica in aprile c’è chi sceglie di celebrarlo in aprile per mantenere la corrispondenza con il plenilunio del Toro e chi invece rimane fedele al mese di maggio.
Nello spirito della New Age anche il modo di celebrarlo si svincola da dettami precisi in quanto il focus principale è il momento di connessione con Dio, Padre e Madre e con i Maestri, Maestre e Guide spirituali.
In ogni caso sia il Wesak proposto dalla Teosofia di A. Bailey che le diverse forme di quello Acquariano, contemplano accanto al Buddha anche il Cristo ed altri Maestri/e, figure che non hanno nulla a che vedere con il buddhismo storico, ed inoltre viene descritto un rituale che non trova fondamento nella pratica buddista. Probabilmente ciò deriva dal fatto che il Wesak Acquariano si riconnette con una cerimonia antecedente al Vesak buddista come spiegato nella sezione Simbologia e caratteristiche del Wesak Acquariano .

La concordanza tra il Vesak buddista e gli altri Wesak che vi si ispirano risiede quindi unicamente sul riferimento alla benedizione del Buddha e sull'intento comune di generare Amore e Saggezza in sé stessi e per tutti gli esseri del creato. Al di là di questi aspetti, però, le due cerimonie rimangono decisamente diverse, e come tali vanno comprese e rispettate.

Per sottolineare questa distinzione userò i termini Vesak e Wesak in maniera differente, riferendomi con Vesak esclusivamente alla cerimonia della Tradizione Buddista, dall'etimologia sanscrita Vaisakha, mentre utilizzerò la parola Wesak in riferimento al rituale proposto dalla Teosofia e alle diverse celebrazioni New Age ed Acquariane. La grafia originale è Vesak ma poiché nella lingua tedesca la lettera "V" si pronuncia "F", nella traduzione delle opere inerenti il Vesak, per conservare le caratteristiche sonore della parola la "V" iniziale è stata trasformata in "W" da cui la grafia Wesak.

Qui di seguito il parere ufficiale dell'UBI, Unione Buddhista Italiana, in merito ad alcuni interrogativi concernenti appunto le concordanze e differenze tra Vesak Buddista e Wesak Acquariano.
Alle mie domande, risponde Andrea Gerosa del Consiglio Direttivo Unione Buddhista Italiana
- Comitato organizzatore Vesak 2006

D. Dato che le date non corrispondono, il Vesak Buddista non coincide con il Wesak proposto dalla Teosofia di A.Bailey e le altre celebrazioni Acquariane che vengono celebrate durante il plenilunio del Toro, si tratta quindi di  cerimonie da considerare autonome?

R. Per quanto riguarda il Wesak proposto dalla Teosofia di A.Bailey e le altre celebrazioni Acquariane, devo dire che queste non hanno alcuna relazione con la festa buddista di cui stiamo parlando, se non quella di usare lo stesso nome e richiamarsi alla figura del Buddha, tra le altre. Le due festività sono da considerarsi due eventi distinti, non solo per la non coincidenza delle date, ma anche perche' da un punto di vista strettamente buddista il Wesak proposto dalla Teosofia le altre celebrazioni Acquariane non hanno riscontri storici nella trasmissione ininterrotta degli insegnamenti da Buddha fino ai maestri contemporanei.

D. la Teosofia di A. Bailey ha concordato con le Scuole buddiste la possibilità di celebrare in un'ottica interreligiosa la festività del Wesak?

R. Non mi risulta che ci sia una sorta di "accordo" per far coincidere le due feste. D'altra parte nel Buddhismo non esiste alcuna rigida struttura ecclesiastica che possa decidere dogmi e riti per tutte le tradizioni, quindi non saprei proprio con chi si potrebbe stilare questa sorta di accordo.

D. L'ambiente Buddista riconosce valida la cerimonia del Wesak Teosofico ed Acquariano quale momento di meditazione interreligiosa nei confronti di tutti i Maestri di saggezza, nella misura che siano rese chiare le distinzioni con l'originale Vesak buddista?

R. Tutto ciò premesso, vi è sempre molta apertura a qualsiasi evento inter-religioso (e non solo religioso) la cui motivazione sia quella di promuovere quei valori universali in cui il Buddhismo come le altre religioni (almeno quando correttamente interpretate) si riconosce, quali amore, compassione, fratellanza, rispetto reciproco e così via. Certo sarebbe bene non creare confusione, cercando di tenere ben distinte tradizioni millenarie ben definibili in un proprio contesto storico-culturale, pur riconoscendosi nell'unità di intenti.

D. Siccome a volte al Wesak Teosofico ed Acquariano partecipano anche dei Lama buddisti, a che titolo vi partecipano, personale oppure istituzionale?

R. Il titolo con cui alcuni Lama partecipano va chiesto a loro. Da un parte, come detto prima, e' difficile poter individuare delle istituzioni religiose in grado di definire una posizione ufficiale buddista. Va comunque detto che lo stesso Dalai Lama ha più volte ribadito l'importanza di riconoscere il Buddhismo per quella tradizione antica che è, invece di darne una interpretazione "new-age". D'altra parte, non vi è nessuna contraddizione nel condividere l'aspirazione ad una convivenza più pacifica tra tutti gli uomini e le donne, volendo quindi contribuire personalmente in tal senso.

 
 

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